Saturday, October 07, 2006

Intolleranza campanilistica allo straniero conterraneo.

Prof. Emilio Celhorosso (idea esperimento e sviluppo articolo)
Dott. Luco Sllara (ausilio fotografico e multimediale)
Dott. Daniele Maria Piattarella (birra e sigarette)



Abstract
Recenti studi sul genoma umano hanno messo in evidenza come alcuni comportamenti istintivi umani hanno una ben documentata spiegazione scientifica e, in questo caso, genetica. In particolare uno studio dello staff diretto dai Professori Antonio Bruttopelo e Angelo Capariciello dell’ U.D.M.A. (Università Del Membro Animale), ha scoperto sull’allele 11 del braccio corto del cromosoma 46&2 di un soggetto volontario venafrano che chiameremo con l’acronimo di M. F. il gene della “viulenza innata verso l’Isernino che ha tutto il capitalismo in mano”.
Con questo esperimento sul campo abbiamo voluto constatare la veridicità degli studi di Bruttopelo & Coll., e, allo stesso tempo, dimostrare la schietta e simpatica intolleranza dell’ Homo Cursum Campanis Venafrensis all’ Homo Aeserniensis Cipullarum

Materiali e metodi
Dopo un’accurata ricerca nei diari del fratello del Sottoscritto che ha frequentato scuole superiori in quel di Isernia, sono giunto alla selezione di un adesivo forse dell’epoca che i critici dell’arte chiamano “Duran-duran neopaleolitica” che si posiziona nel nostro calendario circa alla fine degli anni 80-inizio 90 recante una scritta leggermente sovversiva:

Ergo, abbiamo calcolato la posizione giusta ove posizionare l’elemento cardine dello studio. La nostra scelta è caduta immediatamente sul Corso Campano in base alla densità umana presente in loco nelle sere del fine settimana. Attraverso elaborati e complicati studi della Semiluna Visiva dei soggetti esaminati passeggianti sul Corso Campano abbiamo individuato il Focus comune a tutti gli sguardi: un palo di colore nero posizionato nel punto di maggior densità, vale a dire dove il marciapiede si restringe e quindi i soggetti sono costretti ad essere più ammassati.
Quindi, per il posizionamento dell’adesivo abbiamo atteso fino a notte tarda dedicandoci a degustazione di birra scandinava e olandese (Carlsberg e Heineken), punto questo fondamentale per una corretta riuscita dell’esperimento. Il dibattito tra il sottoscritto (Prof. Celhorosso) e il dott. Sllara sulla variazione da un pò di tempo a questa parte del sapore dell’Heineken (vagamente più amara) è stato interrotto dall’evidenza, in ora tarda, di una densità umana tendente allo zero sul luogo dell’esperimento. Quindi, assicurandoci tramite la perizia visiva del dott. Maria Piattarella di non essere visti, pena la mancata riuscita dell’esperimento e la precoce dipartita dei ricercatori, abbiamo posizionato l’elemento sovversivo:


Nonostante il tasso alcolico preponderante nel nostro sangue ci siamo mossi come guerrieri rurali di origine nipponica denominati “Ninja”, e, una volta certi della nostra incolumità, ci siamo allontanati celermente dal sito.

Risultati
Passiamo dunque al secondo passo dell’esperimento: la constatazione temporale dell’integrità dell’adesivo.

Giorno 1: L’elemento è ancora in situ e ha perfetta integrità. Dobbiamo forse questo risultato al fatto che è giovedì sera, quindi la densità e la varietà dei soggetti era piuttosto ristretta (Tramendisti e homo albergiontis).
Giorno 2: L’elemento è ancora in situ e ha perfetta integrità. Dobbiamo forse questo risultato alle stesse cause del giorno precedente, anche se la densità è vagamente aumentata di venerdì sera e la varietà leggermente mutata. Infatti, oltre ai Tramendisti, gli Homini albergiontis si sono aggiunti i lavoratori che non faticano il sabato mattina.
Giorno 3: Sabato sera: integrità non constatata per motivi tecnici
Giorno 4: Qui termina il nostro studio, come vedete dalla foto:

l’adesivo è stato violentemente strappato e scorticato esponendo la vernice sottostante. I ricercatori pensano che siano stati usati oggetti rurali e primitivi come “chiavi di mezzi” e accendini Bic ovviamente scarichi. Notate dalla foto la foga con cui i soggetti esaminati si sono accaniti contro una semplice icona della città vicina. Pensiamo che lo scempio sia stato compiuto da più persone e a intervalli temporalmenti diversi, tra la sera di sabato e quella di domenica, e immaginiamo le grida primordiali di stampo marziale emesse nell’atto. (Per approfondimenti su grida venafrane di stampo guerriero rimandiamo al saggio del dott Maria Piattarella “Sta ringhiera ve l’aveta magnà a muzzic e mentr l facet rvet grirà OTIO ISERNIA!” del 2004 edizioni Buonpiano Milano.)

Conclusioni
Esaminati i dati da noi accumulati possiamo giungere alle seguenti conclusioni:
1) Il soggetto medio venafrano tollera l’icona isernina per un tempo pari a 3 giorni.
2) I risultati ottenuti sono sensibili a errore di + /– 1 giorno data la mancata ispezione di sabato.
3) Non siamo certi se i giorni in cui l’adesivo è rimasto integro sono dovuti ad una mancata visualizzazione da parte dei soggetti (sicuramente nn sctavan a guardà).
4) Ultimamente l’Heineken ha un sapore amarognolo quindi, a parità di prezzo meglio buttarsi sulla Carlsberg o se vuoi fare l’ “alternativo-non-ho-i-soldi-per-la-carsberg-preferisco-buttarmi-sulla-quantità-più-che-sulla-qualità-che-stasera-come-le-altre-sera-mi-devo-scascià” ti consigliamo la Morena o se vuoi andà di lusso la Peroni(tassativamente non la baffo d’oro, potresti cadè in miseria)
5) Ovunque si scrocchi, Maria Piattarella c’è.

Quindi, concludo con la citazione del filosofo maximo in campo della disputa tra città vicine, quel L. C. che tutti conosciamo e che nella suo opera magna, il “De Bontatem et Virtutem Venafrensis”: OTIOOOOOO, IO OTIOOOOOOO, OOOOODIOOOOO ISERNIAAAAAAA
Ovviamente non condividiamo ma ci fa ridere lo stesso.

Prof. Emilio Celhorosso, titolare della cattedra di scienze della comunicazione ultras, U.D.M.A.
Dott. Luco Sllara, ricercatore cattedra neurofisiologia dell’albergiontis, U.D.M.A.
Dott. Daniele Maria Piattrella, ricercatore cattedra comunicazione dello zaccherino, U.D.M.A.